Il lavoro cambia

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Cambia il lavoro, ma cambia anche il modo con cui le persone se lo rappresentano, cambia la loro identità lavorativa e professionale. L’identità nel lavoro è data sempre meno dall’appartenenza all’azienda, dalla qualifica contrattuale o dalla posizione. Sempre più spesso ci si rifà alla propria “professione” di riferimento: di cosa mi occupo, di cosa sono competente, di cosa sono capace e responsabile. Dai sistemi professionali “liberali” le persone attingono modelli di comportamento, conoscenze e standard consolidati, norme di deontologia, modalità di assunzione di impegni e di erogazione di servizi.

La discontinuità e variabilità dei contesti strategici, le connesse esigenze di adattività, flessibilità e tempestività, rendono sempre più difficile per le organizzazioni predefinire e determinare il lavoro delle persone, e riprodurre il modello classico attraverso pratiche lavorative standardizzate. Il successo di una impresa o di una pubblica amministrazione dipende oramai sempre più dalla capacità di generare ed applicare la “conoscenza” ai processi economici e di servizio. La “conoscenza” è posseduta dalle “persone”, ed entrambe divengono risorse strategiche.

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