Una indagine sul "merito" dal punto di vista della classe dirigente italiana

Segnalo il Report di ricerca "Il merito in Italia: un valore dimenticato?" presentato nell'ambito dell'VIII Meeting nazionale dei Giovani Dirigenti Federmanager . Da esso emerge che in linea teorica, il principio del merito non può che raccogliere unanimi favori all’interno della classe dirigente italiana. Le conseguenze di una sua effettiva applicazione

vengono largamente apprezzate e viene giudicata in grado di migliorare le condizioni del Paese. Emergono, però, rilevanti dubbi rispetto alla possibilità di una sua misurazione ed applicazione oggettiva ed un forte disincanto circa le reali possibilità di realizzare carriere esclusivamente sulla base di tale principio. Il quadro delineato vede, infatti, prevalere la percezione di contesti professionali nei quali il merito non è il fattore di selezione principale, ma risultano avere un ruolo predominante le appartenenze e le relazioni.

In sintesi le principali asserzioni sul rapporto tra management e merito si allineano su alcune peculiarità:
• Il merito agli altri. Il tema del merito è valutato, a parole, positivamente dalla maggioranza della classe dirigente italiana, ma appare più restia ad applicarlo alla propria categoria.
• Il merito è strategico per l’Italia. La maggioranza degli intervistati è cosciente che solo con lo sviluppo delle forme meritocratiche il nostro paese può affrontare le sfide globali.
• Un sistema meritocratico non darwiniano, ma con tutele e opportunità. La centralità si gioca sulla capacità di far alimentare il capitale sociale.
• Fare parte di un clan. Questo conta, in qualche modo, di più che avere delle conoscenze importanti. L’appartenenza clanica garantisce maggiormente la carriera e la assicura molto di più della tendenza a dire sempre di sì, a essere supini nei confronti di chi comanda.
• Le sfide, per il mondo manageriale, si sostanziano in un set molteplice di interventi, tra cui si devono segnalare due temi:
- il sostegno alle imprese che fanno innovazione e formano i manager;
- la necessità di puntare sui talenti, con la capacità di estrarre il meglio dal mondo giovanile, non solo per far emergere i “migliori”, ma anche per stimolare la creatività e per garantire un vivaio di talenti.

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