Promuovere una rete di servizi per il supporto e l’eccellenza delle scuole

Stimolare la creazione di un adeguato livello di offerta di servizi alle Istituzioni scolastiche - che al momento attuale non esiste, sia all'interno che all'esterno del sistema scolastico - appare come una missione cruciale per il successo del Piano de "La buona scuola". Possono essere numerosi gli attori che potenzialmente potrebbero essere portatori di competenze e risorse utili per lo sviluppo delle istituzioni scolastiche

(università, centri di ricerca, associazioni professionali, centri di formazione pubblici, centri di formazione privati, case editrici, aziende settore formazione e cultura, aziende settore tecnologie, aziende settore media, etc.). Anche in questo ambito - come in tanti altri ambiti dei servizi di pubblica utilità - il mercato non si genera spontaneamente: esso necessita – specie nelle sue fasi iniziali - di adeguati interventi che ne promuovano lo sviluppo.Dis. servizi per scuole
A ciò si associano anche esigenze organizzative ed istituzionali che inducono a suggerire la creazione di strutture di servizio collocate a livello intermedio tra le istituzioni scolastiche autonome ed i livelli istituzionali di governo del sistema dell'istruzione, al fine di:
• promuovere e assistere capillarmente lo sviluppo delle istituzioni scolastiche autonome, garantendo la disponibilità di competenze professionali-chiave: expertise, consulenza, assistenza alla progettazione formativa, assistenza alla gestione dei processi di valutazione, ecc.
• fornire alle reti di scuole servizi orientati a promuoverne la nascita, a supportarne la fase di start up, e ad accompagnarne la fase di consolidamento
• supportare l'affermazione di una progettualità in tema di innovazione della didattica e di scuola digitale; in tale direzione i Centri di servizio avrebbero la funzione di stimolare sia la domanda di assistenza e servizi da parte delle scuole, sia lo sviluppo di un sistema di offerta di servizi alle scuole da parte del mercato
• produzione di informazioni periodiche sullo stato del sistema scolastico locale, derivanti da un'attività permanente di monitoraggio (osservatorio scolastico)
• fornire alle istituzioni di governo del sistema scolastico regionale servizi informativi e consulenziali a supporto dell'operatività di tali organi
• supporto alla definizione dei piani strategici di sviluppo del sistema scolastico nei casi di situazioni particolarmente critiche
• operare - mediante azioni mirate, progetti, servizi etc. - per il riequilibrio del sistema scolastico tra territori, in una logica di allineamento "verso l'alto" degli standard di servizio degli Istituti scolastici.
Una scelta, quindi – quella dei Centri di servizio – capace di sollecitare un mercato di servizi appropriati, orientata a sviluppare poli di competenza, e fungere da valvola di sfogo nei percorsi di carriera dei migliori docenti. Il Centro di servizio erogherà direttamente servizi soltanto quando questi non siano assicurati in modo adeguato dal mercato, o quando sul mercato stesso sia presente un livello sia quantitativo che qualitativo dell'offerta non adeguato ai bisogni. Esso opera, quindi, in una logica di sussidiarietà: non sostituisce cioè la propria azione a quella degli altri soggetti della rete, ed è pronto a ritirarsi da un'area di servizi allorché qualche altro soggetto della stessa rete di offerta sia in grado di produrre un livello d'offerta di servizi soddisfacente.
Questa è una condizione importante per evitare che tali "centri di servizio" possano rischiare di creare confusione tra il proprio ruolo e quello che si auspica siano in grado di conquistarsi le "reti di scuole". Un centro di servizio fornisce competenze, supporto e soprattutto consulenza nei processi di attuazione. Un centro di servizio lavora per mettere in condizione le reti, e le scuole aderenti, di organizzarsi e gestirsi l'operatività con sufficiente autonomia, trovando gli adeguati equilibri economico-operativi, piuttosto che rischiare di accentrare funzioni a livello di USR o sollevare le scuole dalle loro responsabilità gestionali. Troviamo plausibile che debbano essere le reti di scuole ad assumersi la responsabilità di una "gestione integrata" delle incombenze contabili-amministrative, o la gestione del personale e delle supplenze, o dei progetti di formazione dei docenti, dei laboratori per la ricerca, documentazione e innovazione nella progettazione educativa.
In quanto strutture professionali di erogazione di servizi, i Centri di servizio è opportuno che siano istituiti dalla Regione in sede di definizione del Programmazione regionale, ma non sono e non potranno mai essere considerate delle mere "articolazioni funzionali" delle Istituzioni di governo regionale, ne tantomeno le articolazioni periferiche degli Uffici scolastici regionali (Csa), le cui funzioni potrebbero confluire nella struttura amministrativa regionale. Al pari, le funzioni svolte da un Centro di servizio non potranno mai essere confuse con quelle svolte in passato dagli Irre. E' probabile che si realizzeranno "modelli" diversi di Centri di Servizio, a seconda delle caratteristiche del sistema scolastico locale, e delle priorità strategiche poste alla base del Piano dell'Offerta formativa. Ed è plausibile che essi possano anche assumere la forma giuridica di consorzi, a partecipazione mista tra reti di scuole e istituzioni locali, come è già nella esperienza di alcune aree del Paese.
Il precedente più significativo intervento strutturato nell'ambito del Sistema dell'istruzione per la creazione sul territorio di Centri di Servizio di supporto all'autonomia, allora denominati C.I.S., centri intermedi di servizio, fu quello derivante dalla sperimentazione messa in atto negli anni 1999-2001 dal Ministero della Pubblica Istruzione nell'ambito del Progetto P.I.C.T.O. . In quella occasione, in accordo con gli Uffici Scolastici regionali, furono istituiti C.I.S. nelle aree di Pisa, Genova, La Spezia, Brescia e Livorno . La loro esperienza, nella fase di avvio, sviluppo e consolidamento delle rispettive comunità professionali e del relativo sistema di servizi erogato alle scuole, può rappresentare un riferimento importante per delineare le condizioni di successo nella prospettiva di un loro rilancio nell'ambito dei futuri assetti dei sistemi regionali d'istruzione.
L'ambito territoriale di riferimento di un Centro di servizio va definito in funzione delle caratteristiche del territorio (p.e. gli ambiti funzionali di cui all'art.138 l.112/1998). Si può ipotizzare un bacino di utenza che corrisponde al massimo al territorio provinciale; nei casi di province di grandi dimensioni (oltre 60-80 Istituti) e nelle aree metropolitane sarà opportuno prevedere più Centri di servizio. Il dimensionamento dei Centri di servizio dovrebbe essere definito annualmente nel Piano regionale dell'offerta formativa.
Se i Centri di Servizio devono essere delle strutture professionali, lo sviluppo del sistema professionale dei "consulenti scolastici" sarà condizione perché tali strutture si rafforzino effettivamente e riescano a svolgere un ruolo rilevante. La base del sistema professionale deve comunque rimanere il sistema scolastico e per questo deve trattarsi di personale scolastico in comando "a tempo determinato". Sarà opportuno che l'accesso ai ruoli presso il Centro Servizi avvenga in funzione del merito espresso dal docente nella sua esperienza didattica, piuttosto che una via di fuga per quei docenti che non vogliono più stare in cattedra. Per questo motivo le griglie di accesso dovranno essere selettive, gli incarichi dovranno essere temporanei e non reiterabili. L'esperienza in un Centro di Servizio dovrà rappresentare una forma di "carriera orizzontale" necessaria per arricchire il profilo di competenza dei migliori docenti. Sarà necessario garantire la continuità didattica e di carriera per chi è soggetto a nomina annuale, in modo che chi lavora per un certo periodo nei Centri non si ritrovi senza cattedra. Sarà opportuno garantire comunque a tutti gli operatori dei Centri almeno le indennità previste nelle scuole per chi svolge p.e. le Funzioni strumentali.
Le risorse umane per il funzionamento dei Centri (personale docente e non docente) non potranno che essere messe a disposizione in sede di dimensionamento degli organici. Una prima stima indica il fabbisogno di personale dei Centri di Servizio nello 0,2-0,3% dell'organico docente complessivo del territorio di riferimento.
La presenza nel sistema scolastico di un'alta componente di personale amministrativo (ex CSA) potrebbe rappresentare una forte argomentazione per il ricrearsi sul territorio di strutture ridondanti, le quali rischierebbero di sovrapporsi al ruolo che invece si vorrebbe ritrovare in un Centro di servizio o delle "reti di scuole". Fonti statistiche segnalano che presso gli USR operano complessivamente più di 4.000 persone (mediamente 200 unità per regione). Essi potrebbero - invece - rappresentare un bacino di risorse e competenze amministrative utile per arricchire gli esigui ranghi dell' Amministrazione regionale, ma anche per dotare le reti di scuole di personale che consenta loro di prendersi in carico alcuni processi amministrativi non più gestiti dai CSA.
Gli Istituti e le reti tra scuole potranno partecipare, in quota parte, alla remunerazione dei servizi acquisiti dai Centri di Servizio. Ma i Centri di Servizio potranno anche essere i gestori di azioni di riequilibrio decise dalla Regione e dalle Amministrazioni locali, e da essi opportunamente remunerati. Tutto ciò è opportuno che avvenga non per trasferimento diretto, ma piuttosto tramite appositi protocolli di intesa e accordi di programma finalizzati alla realizzazione di specifici obiettivi e/o servizi, remunerati di conseguenza sulla base di standard di servizio.

Riferimenti:

- E. Nunziata, " Il sistema dell’istruzione come rete estesa governata", in F. Bassanini e V. Campione (a cura di) " Istruzione bene comune", Passigli Editori, Firenze, 2011
- E. Nunziata, " I centri servizio: il profilo organizzativo" , in "I servizi territoriali per i docenti", Tecnodid, Napoli, 2001
- Rapporto di ricerca Progetto P.I.C.T.O., "Casi di studio e progetti di avviamento dei Centri servizi di Pisa, Genova, La Spezia, Brescia, Livorno", M. Carbognin (a cura di), Ministero della Pubblica Istruzione, Roma, 2001.

Tags: digital working, cooperative working, team, PNRR e riforma delle P.A., Eugenio Nunziata

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